L’idea che le diete, soprattutto quelle restrittive, possano avere effetti controproducenti sulla nostra capacità di mantenere un peso salutare è supportata da evidenze scientifiche 🔬
Un esempio chiarificatore viene dalla review intitolata “Norm-violation, norm-adherence, and overeating” di C. Peter Herman e colleghi, pubblicata nel 2007.
Questo studio offre una spiegazione su come e perché il tentativo di controllare rigidamente l’assunzione di cibo spesso fallisca, portando paradossalmente a un aumento dell’assunzione stessa.
La ricerca ha identificato la restrizione alimentare come causa principale delle abbuffate.
Il desiderio eccessivo e la conseguente sovralimentazione nascono proprio nel momento in cui cerchiamo di limitare in modo severo il cibo. Questo sembra un paradosso, ma in realtà ha solide basi comportamentali.
La difficoltà non sta tanto nell’iniziare una dieta, quanto nel mantenerla.
Le restrizioni dietetiche ci espongono a una costante tentazione verso il “cibo proibito” o ci spingono a consumare porzioni eccessive di “cibo consentito” per cercare di soddisfare le nostre voglie.
Resister a queste tentazioni diventa particolarmente arduo in presenza di cibo appetibile, come durante un buffet.
Uno degli esperimenti citati nello studio illustra questo fenomeno: a un gruppo di persone “a dieta” e a un gruppo di persone “non a dieta” venivano offerti da 0 a 3 milkshake, dopodiché potevano mangiare quanto gelato volevano.
Mentre nei partecipanti “non a dieta” l’assunzione precedente di milkshake riduceva la quantità di gelato consumato dopo, coloro che erano a dieta non mostravano questo comportamento di moderazione, tendendo a mangiare grandi quantità di gelato indipendentemente dai milkshake assunti.
Questo comportamento è stato descritto come “l’effetto che diavolo”: una volta che la dieta è considerata “violata” dall’assunzione di cibo “proibito” (i milkshake, in questo caso), si scatena un senso di perdita di controllo che porta a mangiare senza freni, seguendo la logica “tanto vale continuare a mangiare”.
Il problema delle diete restrittive è che, una volta che si infrange una regola, molte persone non hanno più una struttura o delle linee guida da seguire per il loro regime alimentare, portandole a mangiare in modo incontrollato, spesso fino a raggiungere la sazietà.
Da ciò emerge l’importanza di abbandonare l’approccio dietetico basato su regole restrittive a favore dell’apprendimento della consapevolezza alimentare.
Imparare a mangiare in modo consapevole significa acquisire la capacità di ascoltare i segnali di fame e sazietà del proprio corpo, scegliere alimenti che nutrono e soddisfano, e abbandonare la mentalità di dieta che porta a cicli di restrizione e sovralimentazione.
Questo approccio permette di stabilire un rapporto sano con il cibo e di mantenere un peso corporeo salutare senza la necessità di diete restrittive.